Messaggio alle Persone di vita consacrata della Chiesa di Chieti-Vasto
L’Arcivescovo Mons. Bruno Forte, fra l’altro Consultore per gli Istituti di Vita Consacrata, ci fa dono di un messaggio ai consacrati della sua diocesi per il blog! Lo condividiamo. La prima benedizione…
Carissimi Fratelli e Sorelle consacrati a Dio,
come Vostro Vescovo desidero dirVi perché ritengo la Vostra presenza fra noi un autentico dono di Dio, che ci stimola tutti a impegnarci nel cammino della santità, il solo in grado di dare pienamente senso e bellezza alla vita.
1. Voi siete una sorta di “cifra” del Mistero, di segno cioè evocativo e denso della Presenza di Dio sommamente amato, cui deve rivolgersi la ricerca e l’affidamento del cuore. Con la radicalità della Vostra scelta di vita, totalmente orientata a Dio e alla Sua Gloria, Voi testimoniate che la santità va cercata e amata al di sopra di tutto, perché è l’unica risposta giusta all’amore con cui siamo stati creati e redenti e la sola forma di vita capace di trionfare veramente sulla morte e di anticipare la Bellezza eterna. Lo ha ricordato a tutti noi il Concilio Vaticano II nella Costituzione sulla Chiesa Lumen Gentium: “La professione dei consigli evangelici appare come un segno, che può e deve attirare efficacemente tutti i membri della Chiesa a compiere con slancio i doveri della vocazione cristiana. Poiché infatti il popolo di Dio non ha qui città permanente, ma va in cerca della futura, lo stato religioso, che rende più liberi i suoi seguaci dalle cure terrene, rende visibile per tutti i credenti la presenza, già in questo mondo, dei beni celesti, meglio testimonia la vita nuova ed eterna, acquistata dalla redenzione di Cristo, e meglio preannunzia la futura resurrezione e la gloria del regno celeste. Parimenti lo stato religioso più fedelmente imita e continuamente rappresenta nella Chiesa la forma di vita, che il Figlio di Dio prese quando venne nel mondo per fare la volontà del Padre e che propose ai discepoli che lo seguivano. Infine, in un modo speciale manifesta l’elevatezza del regno di Dio sopra tutte le cose terrestri e le sue esigenze supreme; dimostra pure a tutti gli uomini la preminente grandezza della virtù di Cristo regnante e la infinita potenza dello Spirito Santo, mirabilmente operante nella Chiesa” (n. 44).
2. Nella Vostra vita – consacrata a Dio solo – il Suo dono e la Vostra risposta si incontrano nel triplice segno della memoria, della compagnia e della profezia:
– in rapporto all’iniziativa divina, che suscita nella storia la Chiesa come popolo dei santi, eletti ed amati dall’Eterno, Voi siete la memoria viva ed efficace di quanto il Signore ha fatto e fa per noi, dando testimonianza con la Vostra stessa esistenza all’assoluto primato che spetta a Dio solo, su tutto. Nella fedeltà a questa chiamata, Vi chiediamo di essere esperti della dimensione contemplativa della vita e di aiutare tutti noi a scoprirla e ad amarla. Come il vecchio Simeone, che vivendo nel santuario attende per tutta la vita l’avvento di Dio e ne celebra la presenza nel Bambino Gesù presentato al Tempio, così Voi siete gli uomini e le donne della memoria e dell’attesa di Dio, protesi verso il Signore, fatti lode vivente per Lui.
– In rapporto al presente del popolo di Dio, pellegrino fra il già e il non ancora della promessa, a Voi è chiesto di essere segno eloquente della comunione dei discepoli di Cristo nella condivisione dei beni spirituali e materiali, orientata alla testimonianza della povertà e all’esercizio della carità, che è immagine densa della Chiesa intera, comunione fraterna, segno levato fra le genti per convocarle nell’alleanza offerta dal Signore. Come la profetessa Anna, che comunica a tutti con gioia le meraviglie che Dio ha operato e opererà nel Bambino, così Voi mettete in comune fra di Voi il dono dell’Eterno e lo partecipate nella gratuità gioiosa a chi non lo conosce.
– In rapporto, infine, alla patria trinitaria, verso cui la comunità cristiana avanza nella fede e nella speranza, mediante la consacrazione integrale del Vostro essere al Regno veniente di Dio, Voi costituite il richiamo vivente all’indole escatologica di tutta la Chiesa, al suo essere pellegrina, in cammino verso la patria. Come Simeone e Anna che vivono nella speranza della venuta del Salvatore, paghi di amarLo nell’attesa e pronti a far festa nell’ora dell’incontro, così Voi siete i “prigionieri della speranza”, chiamati a tirare il domani di Dio nel presente degli uomini con la parola e con la vita.
3. La Vostra consacrazione, vissuta nel dono totale di Voi stessi a Dio sommamente amato, presenta così una grandissima ricchezza di significati, che mostrano i vari aspetti della santità, cui nella Chiesa siamo tutti chiamati:
– attraverso la pratica dei consigli evangelici – vera e propria “imitazione” o “ri-presentazione di Cristo” (“repraesentatio Christi”) – Voi ci ricordate il senso cristologico della santità, il fatto che essa consiste nella sequela e nell’imitazione di Cristo;
– in quanto questa pratica è frutto dell’azione dello Spirito santificante, la Vostra consacrazione evidenzia l’aspetto pneumatologico della santità, il suo essere frutto dello Spirito, cui il cuore di ciascuno di noi deve docilmente aprirsi;
– in quanto siete chiamati ad essere segno e strumento di crescita nella comunione ecclesiale, Voi sottolineate il valore ecclesiologico della santità, che è di tutta la Chiesa e per tutti nella Chiesa;
– in quanto, infine, con la Vostra vita siete chiamati ad essere anticipo della città futura, Voi ci ricordate la dimensione escatologica della santità, il suo essere profezia del compimento promesso, quando Dio sarà tutto in tutti e il mondo intero sarà la patria di Dio.
4. Certo, l’altezza di queste esigenze è tale da produrre timore e tremore nel cuore di chi vi è chiamato: nella fede, però, Voi ben sapete che la Vostra vita è dono e compito, è compito anzi perché è anzitutto e soprattutto dono, da invocare incessantemente e con sempre nuova freschezza. Proprio perciò non dobbiamo lasciarVi soli: Voi appartenete a tutta la Chiesa, che ha il dovere di pregare per Voi e di sostenere in tutti i modi la fedeltà della Vostra testimonianza.
Da parte Vostra, sarete veramente al posto in cui Dio Vi chiama se vivrete la piena inserzione nella vita della Chiesa locale, nel cui seno il Signore ha voluto inviarVi mediante la grazia di una vocazione riconosciuta dai Pastori e destinata a farVi risplendere per tutti come segno profetico e presenza contagiosa della santità, cui tutti siamo chiamati.
5. Il Santo per eccellenza, Gesù, e Maria Sua Madre, la Tutta Santa, ottengano dal Padre celeste per tutti Voi, consacrati e consacrate che vivete in mezzo a noi, il dono della fedeltà piena e gioiosa alla Vostra vocazione: e a noi che guardiamo a Voi come a grazia e ad esempio sia data la capacità di amarVi, sostenerVi e valorizzarVi in tutte le potenzialità della Vostra stupenda chiamata. Con affetto profondo e gratitudine immensa, Vi benedico tutti, uno per uno
+ Bruno Forte
Arcivescovo Metropolita
Vostro Padre nella fede
Chieti, 2 Febbraio 2005